L'esonero dal richiamo, più volte sollecitato, nella confusione degli ordini e dei contrordini, non dava molto affidamento. Ma pure, per quel senso di alta onestà, che guidava tutte le sue azioni, in mezzo alle tante vicissitudini, non trascurava il suo ufficio.
Anche nell'anno del più duro travaglio, mettendo in atto le ottime qualità, di cui era largamente dotato, continuava a rendere, in modo proficuo, la sua intelligente affettuosa collaborazione.
Nei funzionari
Dopo lo scompiglio che seguiva alla data dell'otto settembre, a mano a mano la città si ricomponeva, riprendeva la sua attività, il suo aspetto normale. Gli uffici, gli istituti, i negozi, le scuole tornavano alle loro regolari funzioni. Vivevano, ormai, i più nella serena fiducia che Teramo non sarebbe stata bombardata.
Il comune, centro propulsore di molte attività, che non aveva mai cessato dai complessi importanti suoi servizi, pareva che regolasse tutta la vita cittadina.
Tutti i funzionari, in verità, superato il primo momento di incertezza, continuavano a compiere con zelo i loro doveri, come li compiva il segretario capo dott. Pasquale Balducci. Nei contrasti che, nei momenti di maggiore pericolo, si determinavano nel suo animo, lo spirito riusciva a dominare la materia.
Vi continuava a parlare con i suoi numeri il ragioniere capo Dino Cipolloni, anche se mal tollerava il fragore minaccioso degli apparecchi alleati, nelle loro frequenti visite a Teramo. Così il rag. Ubaldo Mariani, nel delicato ed importante servizio del razionamento; così Gino Di Francesco, nei suoi molteplici incarichi, l'economo Berardo Barbetta, l'archivista Antonino De Federicis, l'ufficiale di stato civile Arnaldo Campanella, bene coadiuvato, per porre in salvo i registri e gli altri importanti atti, con opportuni spostamenti dall'altro funzionario Armando Cameli.
|