Il comune di Teramo, vigile sempre e previdente, avvalendosi della cooperazione del commerciante Antonio Sciarra, acquistava di quel grano per proprio conto, duemila quintali, e settanta quintali di granone. Costituivano una preziosa riserva, da tutti ignorata, financo dalla Prefettura; riserva che riusciva davvero provvidenziale, quando, nell'esaurirsi delle ordinarie scorte, lo spauracchio della fame si agitava con le sue nere ali.
Aumentando, inoltre, notevolmente le cifre, nei riguardi degli sfollati, degli internati e della stessa popolazione teramana, si riusciva a portar via dalle medesime riserve tedesche grano, grassi e carne.
Agendo in tal modo, ricorrendo a tutte le astuzie, a tutti i sotterfugi per attenuare i soprusi di chi ingiustamente calpestava la nostra terra, sembravamo noi artefici di inganni e di malefici, e come tali, se scoperti, severamente puniti. I Tedeschi che, mediante il prepotente uso della forza, ci angariavano in tutti i modi, potevano sembrare le vittime.
Sempre bizzarra e sempre piena di contrasti e di curiositą la povera vita!
Il Comune, bene coadiuvato dal capo ufficio rag. Ubaldo Mariani, aveva fatto da sč, e, forse, non aveva sbagliato. Il popolo, in conseguenza di quegli atti, mangiava, i refettori dell'assistenza erano messi in condizioni di offrire a tutti abbondante minestra e pane.
In questo frattempo tornava dalle armi il vice Podestą avvocato Angelo Rolli. Essendosi allontanato arbitrariamente dal suo reparto, per non servire nella repubblica, non viveva troppo tranquillo. Spesso, infatti, era ricercato e invitato a riprendere senza indugio, il suo posto. Per sottrarsi ad eventuali atti di violenza, spesso si rifugiava nella campagna o su la montagna. Queste assenze dalla cittą divenivano pił frequenti quando alla sua ricerca muovevano anche i Tedeschi.
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