Sembrava che, nei torbidi egoismi, nulla più si ricordasse della condotta degli eroi del nostro risorgimento, dei loro forti propositi, dei loro sacrifici, del perfetto accordo nel combattere gli oppressori della patria. Quegli eroi, che una volta ottenuta, in un fiume di sangue, l'unità nazionale, si ritiravano senza chiasso, senza pretese, senza ambizioni. Si ritiravano, con la fierezza del dovere compiuto, nel silenzio della casa, da cui erano partiti, nel raccoglimento del lavoro, dal quale si erano allontanati.
Eppure una di quelle bande, nel tornare dalla montagna, prendendo come insegna la fiera figura di Garibaldi, dimostrava di conoscere a quale altezza si elevasse il Condottiero nel rinunciare, per l'unità e la concordia nazionale, ai suoi grandi ideali politici, alla possibilità di nomina a dittatore del regno da lui conquistato. La condotta di quel grande, che si ritirava, solo e silenzioso, con un sacchetto di semenza, nella solitaria rocciosa Caprera, molto avrebbe dovuto insegnare. |