Umberto Adamoli
NEL TURBINIO D'UNA TEMPESTA
(DALLE PAGINE DEL MIO DIARIO. 1943/1944)


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     Teramo, afflitta ma non depressa, ritrovata sè stessa, una volta ancora accompagnerà, nel difficile cammino, con tutte le forze, con tutto l'antico amore e valore, la sua grande dolorante madre.


     Conclusione

     Non ho scritto queste memorie, come agevolmente si desume dalla lettura, che su quegli avvenimenti di maggiore importanza, svoltisi nel territorio del comune o nelle sue vicinanze, che più direttamente mi riguardano, o a me noti, o da me controllati. Memorie che rappresentano, pur nella loro semplicità e brevità, uno dei momenti più complessi e tragici, forse, della storia teramana. Occorrerà tener presente, nel valutare gli eventi trattati, che bastava, allora, un atto affrettato, una reazione non ponderata, anche se generosa, per esporre la città e i cittadini, di qualsiasi età e di qualsiasi condizione, alla più sanguinosa rappresaglia, di cui i Tedeschi possedevano, per tradizione, la brutale capacità.

     Pareva come se si camminasse, in quel burrascoso tempo, nelle vicinanze di una polveriera, con una fiaccola accesa. Bastava una piccola scintilla per provocare lo scoppio e le più dolorose distruzioni.
     Molte delle nostre belle cittadine, di là del Pescara, ove l'uragano era passato, piangevano già, vittime appunto di atti inconsulti e della feroce reazione, sulle proprie rovine, su i propri morti. Ad altre, per le stesse ragioni, era riservata la stessa sorte, di là dal Tronto.
     Brevi memorie, queste, che potranno, però, essere ampliate da altre persone, con quelle altre notizie di quell'altra vita vissuta, nello stesso periodo di tempo, ed anche dopo, in altre località, in altre vicissitudini, in altri pericoli. Anzi, sarebbe ciò necessario, specialmente da parte dei partigiani, per far sapere ai non presenti, con un quadro completo degli eccezionali eventi, che il buon popolo pretuziano, pur in momenti così turbinosi, sapeva tener fede alle sue tradizioni. Da parte anche dei partigiani, di quei puri s'intende, ai quali ho voluto lasciare l'onore di scrivere, per la nostra storia, nella vivezza dei fatti e nella luce della verità, le loro memorie.


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Umberto