Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


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     L'attacco del fronte di El Alamein rivelò una schiacciante superiorità terrestre e soprattutto aerea degli Inglesi. Il precedente tentativo di Rommel iniziatosi il 28 agosto con prospettive promettenti fu congelato tre giorni dopo dalla mancanza di carburanti colati a picco insieme coi convogli. Fallito questo tentativo sarebbe stato opportuno non sostare ulteriormente sulle linee di El Alamein-El Quattara e ritirare le truppe italiane che non disponevano di ruote sulla linea Sollum-Halfaia, linea che Mussolini, ripartendo da Derna nel luglio, aveva ordinato per iscritto al Maresciallo Bastico e al generale Barbasetti di rimettere in ordine e di guarnire con tutte le forze disponibili nelle retrovie piene di gente a riposo. Il Comando italo-germanico decise invece di rimanere e fortificarsi sulla linea raggiunta e di attendere il prevedibile attacco nemico. Una ritirata delle unità italiane appiedate, compiuta nel mese di settembre, si sarebbe svolta pressoché indisturbata e una volta che le unità italiane avessero raggiunto la linea Sollum-Halfaia lo stesso movimento poteva essere effettuato dalle unità germaniche completamente motorizzate.
     Si sarebbero posti 500 km. di deserto fra le nostre linee e le linee del nemico costringendolo a spostare tutto il suo imponente dispositivo logistico; il che avrebbe richiesto del tempo e avrebbe permesso agli Italo-Germanici di rafforzarsi ancora di più sulla linea Sollum-Halfaia già di per se stessa assai forte. La battaglia scatenatasi il 23 ottobre ebbe subito un carattere di estrema violenza e decisione. Nelle prime giornate ebbe inevitabili oscillazioni, ma la superiorità aerea e dell'artiglieria dell'avversario cominciò immediatamente a pesare. Le fanterie, specie quelle italiane che non avevano alcuna sistemazione difensiva degna di questo nome, furono sottoposte a fuochi micidiali dei cannoni e a bombardamenti ininterrotti di intere giornate.