Giuseppe Di Febo
Psicopedagogia dell'umorismo


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     Si tratta di conseguenza di un processo che avviene "all'interno" dell'individuo e che libera momentaneamente un'inibizione. Da un punto di vista freudiano, queste componenti della motivazione e della affettività sono parte integrante dell'umorismo. Freud d'altra parte definisce "tendenziose" queste forme di umorismo, infatti "nel motto tendenzioso il piacere deriva dal soddisfacimento di una tendenza che, altrimenti, sarebbe rimasta insoddisfatta" (16, p. 141).
     I differenti modi di presentazione dell'umorismo vengono definiti da Freud "tecniche". Queste, da lui descritte a proposito dell'umorismo, sono le stesse a proposito dei sogni. Siccome riteneva che sogni e umorismo avessero funzioni simili (ma non identiche), Freud vedeva molte analogie tra queste due attività psichiche.

1.1.2 La teoria di Bergson

     Per Bergson, il riso ha soprattutto una funzione sociale.
     Quando una persona fa qualcosa che non è conforme alle norme o ai costumi di un gruppo o della società, il riso agisce da "educatore". Ridendo del suo comportamento lo "spingiamo" a non ripeterlo, a cambiare la sua condotta in modo che questa sia più conveniente. Anche Bergson ha cercato di presentare le tecniche dell'umorismo. Secondo lui si ottiene un effetto di comicità quando invece di una reazione elastica e di adattamento ci troviamo di fronte una reazione meccanica e rigida. Per Bergson la comicità è "qualcosa di meccanico applicato al vivente" (4, p. 25). Ogni volta che un individuo si comporta in modo meccanico, ci procura un'occasione per ridere. Ecco un esempio: